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Io Scrittore – Tocca ai 300 finalisti

Un po’ ci speravo: dopo tanta sciorda che ho dovuto mandar giù durante la fase eliminatoria ecco che qualche piccola soddisfazione arriva, finalmente. Ci sono ben 4 romanzi con una media > 8 e uno di questi supera il 9. Uno spettacolo!

Procediamo con ordine. La palma del peggiore è toccata a una storia sballata sotto tutti i punti di vista. Trama inesistente, personaggi piatti, originalità scarsa e ortografia claudicante unita a una tecnica narrativa opinabile e che getta ombre sulle norme più basilari circa il corretto utilizzo di modi e tempi verbali.

Subito dopo c’è una storia triste e intensa: quella di un genocidio e di alcuni profughi in fuga, probabilmente vera, probabilmente pure autobiografica. Peccato per l’assoluta inesperienza della narratrice. Dentro le poche cartelle del romanzo c’è materiale per 3-4 libri di un certo peso. Questione imbarazzante: ho dovuto segnalarlo perché un altro giudice, nell’accennare le proprie letture in corso mi ha parlato di una storia simile, ancorché con personaggi differenti. Nel dubbio abbiamo inviato la segnalazione. Se effettivamente le due storie sono la stessa con personaggi e luoghi cambiati ci sarà una squalifica e un ripescaggio.

Terzultimo si classifica uno storico ambientato nell’antica Roma dove tra imprecisioni storiche, punti di vista ballerini e narratori onniscienti e rompiscatole si riceve una storia banale e scontata dall’inizio alla fine. 

E ora via con quelli “medi” a cominciare da quello indicato come “nocelleto” dalla trama vaga, ma originale. Viene commesso un omicidio per motivi passionali (una specie di cliché degli MTS) e per capire come sia nato l’autore non ha niente di meglio da fare che raccontare, per filo e per segno, quello che facevano i protagonisti da bambini. Ecchecazz, ma il viaggio dell’eroe vi fa tanto schifo? Un vero peccato perché poi l’idea di base era molto ben presentata, i personaggi ben realizzati e l’ambientazione davvero ben fatta, il messaggio di fondo pure… insomma un’occasione persa con la O maiuscola.

E che dire dell’investimento sbagliato? Altra storia intensa e ben raccontata, coi tempi giusti salvo qualche piccolo dettaglio. Personaggi ben raccontati salvo qualche piccolo dettaglio, storia quasi originale… quasi e italiano pressoché perfetto se escludiamo un po’ di errori evitabili con una lettura ad alta voce. Mannaggia che spreco.

I libri che parlano è stata una rottura di cabbasisi pazzesca. Un testo scritto da dio, bello anche da vedere e curato in modo maniacale: uno dei tre 10 in ortografia perché davvero meritava anche l’impaginazione che era funzionale alla storia. Personaggi belli, da innamorarsene e da volerli incontrare di persona come fossero vecchi amici e raccontata con un PoV inusuale e divertente. Una storia… col climax poco dopo la metà del libro e un finale che era una lunga, lunghissima, digressione su… boh? Francamente non l’ho capito. Mannaggia! Qua poteva esserci un vincitore se solo la storia avesse preso un’altra piega.

Sulla storia del calciatore morto, ma ormai siamo nella parte alta di questa classifica, c’è poco da dire. Trama intricata e molto ben strutturata che nasconde molto bene  un’idea di fondo tutto sommato banale e scontata, personaggi raccontati in maniera superba, tutti nessuno escluso. Anche i “soliti” agenti dell’FBI tutti cliché e distintivo si lasciavano leggere senza storcere il naso, anzi. Del resto nessuno ha detto che usare i cliché sia sbagliato, solo: quando si fa vanno usati bene. E qui è andata molto bene. Magari qualche controllo in più mi avrebbe risparmiato d eufoniche ad mintula e altre piccole sbavature che mi hanno fatto storcere il naso. Nel complesso una storia avvincente e che mi ha tenuto con gli occhi incollati allo schermo fino alla fine. Se solo avesse usato più cura nell’ortografia (le d eufoniche e gli aggettivi talvolta declinati con genere o numero errati) adesso avrebbe vinto. Però potrebbe comunque farcela: l’ortografia si corregge facilmente.

Idem per il garzone, la vecchia e la caverna. Una storia triste, di quelle che Guccini dice “se son d’umore nero allora scrivo, frugando tra le nostre miserie” ecco, una storia del genere. Raccontata bene e con un ritmo pressoché perfetto. Con alcune sbavature sui personaggi secondari, mostrati in modo talvolta grossolano, e il solo arco di trasformazione ben strutturato è quello della protagonista. Io avrei aggiunto qualcosa anche agli altri, ma pure così la storia funziona bene e il messaggio arriva, oh se arriva!

Su “Scappo dalla vita” o la vita che scappa son rimasto indeciso a lungo. Forse potevo dargli qualcosina di più, ma anche così direi che l’ho  trattato molto bene. La storia è di quelle che fanno commuovere e tanto, se questo vince procuratevi qualche fazzoletto prima di cominciare a leggere, ci vuole un po’ per capirla e occorre ben comprendere cos’è il narcisismo. Storia pressoché perfetta sebbene il tema sia, tristemente, comune. Si parla di tante cose: narcisismo, fine vita, rapporti familiari e personali… e tutto converge verso un finale col botto, ricco di suspence e colpi di scena. Mi ha davvero colpito: allora esistono anche gli “NG” belli, e non solo quelli lunghi e noiosi!

Dulcis in fundo il mio vincitore ideale. Un MTS pieno di morti ammazzati e con descrizioni minuziose nei panni nientepopodimenoche dell’assassino. Il mistero? Conoscere, un po’ alla volta le sue motivazioni e arrivare a comprenderle appieno. Narrazione magistrale nonostante la trama legata a vendicare un torto subito in gioventù, sia tutto sommato più che ritrita. Ben raccontato, ben scritto e assolutamente meritevole. Yeah, son soddisfazioni 🙂

Non appena verranno annunciati i 10 finalisti comincerò a pubblicare i vari giudizi. Ovviamente privati dei riferimenti che potrebbero portare al riconoscimento delle opere.

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