Tharamys

Temible!

«Perché sei qui?» domandò l’uomo, il viso nascosto dalla maschera da scherma.

«Vi ho cercato a lungo, signore e…» rispose il ragazzo appena entrato in una sala illuminata da ampie finestre.

«…era tanto difficile leggere l’insegna?»

«Non pensavo che il più grande spadaccino dei Caraibi…»

«…pensare? Hai girato attorno alla mia bottega tutto ieri perché hai pensato?»

Il ragazzo abbassò lo sguardo dagli occhi azzurri.

«Voglio essere vostro allievo» dichiarò.

«Voglio mille pezzi da otto» replicò il maestro.

Il ragazzo estrasse dalla scamiciata un sacco traboccante di monete.

«Molto meglio» commentò l’uomo dopo aver contato il denaro »mostrami cosa sai fare!» concluse estraendo la sciabola.

Senza esitare il ragazzo incrociò la propria lama con la figura mascherata. I due presero a scambiarsi stoccate e rovesci senza risparmio di energie.

«Basta così» disse il maestro dopo un buon quarto d’ora »la tecnica la conosci molto bene: pochi pirati da queste parti sono al tuo livello. Riprendi i tuoi soldi e sparisci»

Il ragazzo non si mosse e rispose:

«Io voglio…»

«So cosa volete tutti, ma adesso rispondi alla domanda: perché sei qui?»

«…essere il pirata più TEMIBILE di tutti i Caraibi!»

Il maestro rise di gusto.

«Vuoi vincere ai duelli eh? Non ci sei proprio: sai qual è l’arma che ti occorre?»

«La sciabola!» rispose sicuro l’altro.

«La lingua» replicò il maestro che si lanciò all’attacco »En Garde!»

I due ripresero a duellare; tra una stoccata e l’altra il maestro disse:

«Usi quella sciabola come una zappa, sembri un contadino!»

Il ragazzo serrò i denti e attaccò con maggior foga, ma si espose e rimediò una piattonata sulle costole lo costrinse a piegarsi in due dal dolore.

«Fa male, vero?» lo schernì il maestro da dietro la maschera »come ti sei sentito?»

«Sono un pirata, non uno zappaterra!» rispose, la voce carica di rabbia.

«E allora tira fuori il fiato e dillo! Il tuo avversario ha spostato la concentrazione sulla voce e l’ha usata per colpire il tuo spirito. Se replichi in modo efficace sarà lui a perdere le staffe e a reagire come hai reagito tu… lo avrai in pugno!» spiegò il l’uomo. »Ora riproviamo, ragazzo, en garde!»

Il maestro deviò l’affondo di apertura dell’allievo e sciabolò di roverso:

«La mia lama è conosciuta e temuta ovunque!»

Il ragazzo inarcò un sopracciglio, deviò il colpo con difficoltà e replicò:

«Peccato che nessuno abbia sentito parlare di TE»

«Ho conosciuto vermi ben più temibili» ribatté il maestro con un montante fulmineo.

«Ti avranno insegnato tutto quello che sai» rispose l’altro, il clangore della parata fu secondo solo alla forza del contrattacco.

Il maestro abbozzò un cenno di assenso mentre con la sua lama stuzzicò la guardia dell’avversario:

«Ogni parola che dici è insensata»

«È per metterti a tuo agio» lo incalzò il ragazzo, ora proteso in avanti.

«Sembri un lattante che ha bisogno di un pannolino» fu il contrattacco incerto del maestro.

«…ne volevi uno?» concluse l’allievo, la sua sciabola entrò di roverso e inflisse al maestro una dura piattonata ad una spalla.

«Ouch… sei pronto» concluse il maestro lasciando cadere l’arma »Qual è il tuo nome?»

«Guybrush Threepwood e sono un TEMIBILE pirata».

 

Postfazione

Di solito non scrivo Fan Fiction, ma era da qualche giorno che avevo in testa, per motivi vari, questa storia sul duello: Zorro vs il Sergente Garcia, Emilio di Ventimiglia vs Van Gould (Dioquant’erano fighi quei due), Errol Flynn nei panni di Robin Hood vslo Sceriffo di Notthingam, l’impareggiabile Depardieu novello Ciranoalle prese col Visconte… “A la fin de l’envoi je touche!” e ilsuo alter ego Steve Martin in Roxanne dove alla sciabola si sostituisce una micidiale racchetta da tennis. Poi, dopo alcuni tentativi infruttuosi mi son detto: chi è che può spiegarmi le basidei duelli? Ok, conosco tantissime mosse di scherma, ho studiato decine di impugnature, di posizioni, le parti di una spada, tipi di lame differenti, gli scorrettissimi veneziani che nascondevano una o più canne di pistola nelle lame, ma cosa rende i duelli di cui sopra”memorabili”? Cosa rende divertente il duello alla racchetta di Steve Martin? La racchetta? No.

Steve combatte in rima come Cirano. Errol Flynn alias Robin Hood bistratta il povero sceriffo a suon di contumelie più o meno velate, prima ancora che a fil di spada. Indigo Montoya nella Storia Fantastica terrorizza l’uomo con sei dita a parole, e poi c’è il memorabile”cambio di mano” che permette di introdurre un secondo duello ancora più serrato e feroce del primo e che porta a termine la vendetta.

Dunque sono andato a ritroso nella mia personale storia dei duelli, che siano stati alla pistola, alla spada o a birra e salsicce (cit!) fino ad incontrare il mio primo maestro di duello. Il maestro di spada diMeleé Island (anzi: maestra) che si incontra nel gioco “The secret of monkey island”, i testi e la sceneggiatura scritti da un Ron Gilbert in forma come non mai. Specie se giocato in inglese. Difatto Ron spiega, all’ignaro giocatore, come funziona il duello in letteratura. Io, molto umilmente, ho riscritto l’incontro tra il maestro di spada e Guybrush Threepwood, l’eroe del videogioco di cui sopra. Lo so che alla parola “Caraibi” molti avranno pensato aJonny Depp, ma i film di Jonny Depp sono stati ispirati da Monkey Island e, soprattutto, da Tim Powers altro meraviglioso autore di testi vudù dal sapore caraibico.

Il senso del mio racconto, oltre a offrire qualche minuto di sano divertimento, vuole presentare una mia personale riflessione sul “duello” in narrativa: infarcire una storia di termini tecnici come “roverso”, “tondo”e “imbroccare la guardia” può certamente rendere l’idea a chi di scherma ne capisce salvo poi mostrare la mia incompetenza in materia, ma la vera differenza la giocano il carisma dei personaggi in scena (e inquesto Salgari è maestro inarrivabile) e la bravura dello scrittore nel rendere la situazione.

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