Tharamys

Il Vento dell’ovest

Non rompere le… corde al Bardo.

Il Vento dell'Ovest Fare il bardo è un lavoraccio. Si gira di città in città in cerca di quelle locande, alberghi, taverne piene di ricchi clienti come “Al Vento dell’Ovest”, clienti che possano sganciare qualche moneta dorata in cambio di una bella sonata, cantata, ballata… fate voi, basta che sia piacevole e ben eseguita. Il metodo non era molto ortodosso… come quale metodo? Lo stesso che valeva a teatro fin da quando il teatro è diventato quel luogo chiuso col sipario e tutto il resto. Anche i bardi cercavano la, pardon, merda e più ce ne era e tanto meglio era. Sterco di cavallo in particolare. Il perché è ovvio: mantenere un cavallo costa e chi ne possiede uno vuol dire che ha un sacco di soldi. Per cui, in un ambiente simil medioevale come quello raccontato in questa storia, un locale pieno di clienti facoltosi ha un profumino che… no, non è di buona cucina o se c’è non si sente. L’ho detto più d’una volta: pensate anche al naso. Un lavoraccio, credete a me. Specie se l’oste a fine serata si rimangia la parola data e non vi concede nemmeno un pasto caldo in cambio della musica. Nel nostro medioevo poteva accadere, ma di rado, perché la vendetta del menestrello tradito era sempre micidiale: le voci correvano bene tanto quanto i nostri social network e un oste infedele veniva evitato come la peste dagli altri intrattenitori o riceveva esplicite richieste di (horribile dictu) pagamento anticipato o, peggio, certi cantastorie erano capaci di scatenare vere e proprie “tempeste mediatiche” a suon di battute e ballate dalle rime salaci (nonché orecchiabili) che ben presto l’oste si ritrovava senza clienti, o a dover sedare una rissa a settimana (con annessa distruzione di mobili e suppellettili) o altri accidenti ancora tali da dover cambiare nome, locanda e anche connotati se non voleva chiudere.

Ora immaginate che sia stato perpetrato un torto del genere in un mondo dove la magia esiste e altre, bizzarre, creature camminano sulla terra al fianco degli uomini… ma non sono umani, non del tutto almeno.

Vi ho incuriosito? Venite a conoscere Delshandra, la ragazza cui dire di no diventa impegnativo e Il vento dell’Ovest che sarà teatro del suo particolarissimo spettacolo.

La cosa che più ho apprezzato di questo racconto è il worldbuilding. È difficile creare, specie in un racconto, un mondo credibile fin dalle prime battute. Brown col suo sentinella c’è riuscito. King ci riesce ancora. Trovare una cosa del genere in un autore come Simona Affabile, autrice di questo piccolo gioiello, è più difficile. Sì, ci sono altre cose da rivedere, ma vi assicuro che fin dalle prime battute non avrete alcuna difficoltà a immaginare dov’è che una persona come Delshandra vive e si da un gran dafare.
Buona Lettura

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