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Sei buoni motivi per leggere “Lo Specchio di Nadear”

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Numero uno. Già il fatto che io continui a far partecipare le mie opere a qualche torneo letterario potrebbe essere un buon motivo: sono il primo che ci crede. C’è poco altro da dire: mi piace scrivere e continuerò a farlo. Una delle cose buone di questo libro è proprio l’incrollabile convinzione di aver scritto qualcosa che possa essere letta senza scagliarlo fuori dalla finestra prima di aver concluso la lettura. Dopo… be’, ne possiamo parlare.

Numero due. Ci sono più trame. Una è quella che vede protagonista il giovane Conrad assieme a Diana e La-Wonlot indicati in quarta di copertina. Qualcuno li conosce già perché ha letto “I Razziatori di Etsiqaar”, qualcuno ne ha solo sentito parlare magari dalle pagine di questo sito e la maggior parte di voi li conoscerà solo in questo libro. Un’altra storia-nella-storia è quella della città di Nadear e, in particolare, degli intrighi che sono in atto tra le varie fazioni: le due unità della guardia cittadina, le associazioni a delinquere, le congrèghe mercantili e non e infine la politica (ci sono delle elezioni in arrivo). Un altra storia ancora è quella dell’antagonista (il cui ritratto è stato ben reso da Diana Mercolini, autrice della cover) le cui mosse sembrano sempre nascoste e i cui risultati emergono solo alla fine e in un modo che vi sfido a prevedere. Sì, sono più che certo che quando finirete il libro tornerete indietro per capire come, dove e quando accadono certe cose… e accadono, statene certi. Infine vi sono le storie legate al passato della città di Nadear, che imparerete a conoscere un po’ meglio e potrebbero fornire più di uno spunto per meglio comprendere come vanno realmente le cose da quelle parti.

Numero tre: l’ambientazione. Per questo devo ringraziare Antonella Monterisi che mi ha fatto trasformare spiegoni e infodump in elementi dinamici e ben integrati nelle varie trame. Stavolta è stato facile: per ogni personaggio, per ogni ambiente, per ogni vicenda avevo scritto pagine e pagine di appunti. Sapevo anche quanti cardini avevano le botole di accesso ai sotterranei e da quale motore erano mossi i saliscendi che alzavano i carri dal piano stradale. Anche nel leggere una descrizione non troverete niente di noioso, ma sarete alla ricerca di indizi per capire chi è il misterioso ladro e come farà Conrad a incastrarlo. Se ci riuscirà…

Numero quattro. I riferimenti più o meno nascosti: nel testo, tra le righe, vi sono quintali di riferimenti a opere letterarie, cinematografiche, musicali, pittoriche e architettoniche. Ho tirato in ballo la serie televisiva Doctor Who (che adoro), Non ci resta che piangere, Frankenstein Jr, Averoigne di C. A. Smith e poi le opere di Lovecraft, ma pure le battute di Lillo & Greg e tanti altri che non ho mancato di citare nella pagina dedicata ai Ringraziamenti, fosse anche solo per un’idea che nel libro s’è concretizzata in un elemento della trama. Mi domando quanti di voi riusciranno a coglierle.
Sì, è un’altra sfida: provate a trovarle tutte.

Numero cinque. Ha una gran bella cover che nulla ha da invidiare a opere più blasonate e mostra anche sotto l’aspetto grafico e visivo la cura riversata da tutti coloro che hanno collaborato alla creazione di questo libro. Inoltre racconta la storia narrata con dovizia di dettagli. Conrad, inconfondibile grazie al giustacuore blu e i capelli neri, appare spaventato da una maschera che ha appena raccolto da terra. Dietro di lui una ragazza più grande appare curva e ancora più spaventata di lui (per un sacco di buoni motivi, ve lo assicuro). Sullo sfondo una città dalle forme goticheggianti e un cielo coperto da nuvole plumbee. Del resto ci sono due personaggi sui quali grava una minaccia di qualche tipo, cosa potrebbe mai andar peggio? Potrebbe piovere! E sì, le citazioni sono celate anche con questo livello di accuratezza.
In ogni caso la storia è ambientata in autunno inoltrato e fa freddino, e se pure è normale che piova vedrete che il meteo non servirà solo come scusa per rievocare alla memoria battute altrui.

Motivo numero sei. È un giallo, magari l’ambientazione all’interno di un mondo fantasy può spiazzare, ma la mia Nadear si lascia scoprire con piacere e non solo in merito a leggende, arte e architettura (e ne troverete un bel po’). C’è la magia e dovrete imparare a capire come funziona se vorrete svelare tutti i misteri celati tra le pagine.

Motivo bonus. Tra i temi trattati ci sono il mobbing, le discriminazioni di genere, ceto e razza, il superamento dei lutti, politica & corruzione e molto altro che non mancherà di far riflettere su temi che mi stanno a cuore, se pure in modo leggero e senza distrarre dalla caccia al colpevole.  L’ambientazione fantastica offrirà un punto di vista diverso, distaccato al punto giusto per poter guardare dentro se stessi senza soffrire troppo.

Vi aspetto tutti tra le strade di Nadear a curiosare in cerca di indizi, ma state lontani dai sotterranei e dai vicoli più bui: si fanno sempre brutti incontri.

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