Tharamys

Premio   ITALO CALVINO EDIZIONEXXXII

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Lo avevo annunciato mesi fa, ho iscritto quello che, a tutti gli effetti è il mio romanzo d’esordio, e finalmente è arrivato il giudizio. Bando alle ciance, ecco il risultato di tanta fatica dal quale ho dovuto tagliare solo la parte spoilerosa.

Giudizio

Seconda avventura (“autoconclusiva”, ci viene detto nella quarta di copertina) della saga Le  Cronachedi Tharamis, I Razziatori di Etsiqaar presenta gli stilemi del fantasy classico, con alla fine un dichiarato, lungo elenco di ispiratori più o meno noti.

La storia è focalizzata sulle vicende di alcuni giovanissimi – in particolare Diana e Conrad – a  indirizzare idealmente l’opera al bacino young adult. A dinamizzare la vicenda sono anzitutto le complicate dialettiche familiari dei due ragazzi, il loro scontro coi padri e la messa alla prova delle loro capacità nel salvare la situazione in vista di maggiori spazi di autonomia. La più interessante delle sottotrame, che innerva la prima offrendo risonanza diversa a una serie di fatti di tipo magico, riguarda l’entità elementale Qar, bloccata in un bastone magico dalla scomparsa del grande mago, padrone e amico Flantius, e costretto a parlare schizofrenicamente con un’altra parte di se stessa: l’idea non è nuovissima, pensando allo schizoide Gollum tolkieniano, ma è gestita in modo non banalmente imitativo. Al romanzo fanno seguito un glossario e alcune  appendicisu società e storia dei regni citati, e addirittura il Qr-Code per un extra scaricabile.
L’autore evoca con vivacità, ironia e intelligenza un mondo fantasy nel complesso piuttosto tradizionale con esseri umani di vari paesi (segni grafici particolari connotano i suoni di alcune lingue), altre stirpi (Elfi, Nani, Coboldi, Elasson eccetera), scontri armati e parecchia magia. L’avventura è breve, sorta di puntata di una saga più vasta, e il ritmo è buono; il registro espressivo – grammaticale, sintattico, stilistico –
appare senz’altro adeguato.
In sostanza si tratta di un testo che, se integrato – al momento è troppo breve e per quanto autoconclusivo non permette al lettore una visione abbastanza ampia – potrebbe senz’altro trovare estimatori tra i lettori di
fantasy e nell’ambito di un’editoria attenta al genere.
Questo restare all’interno di categorie nel complesso viste, apprezzate e connotanti un certo tipo di meraviglioso (a dirla con Todorov) ha ovviamente un rovescio della medaglia. Invenzioni nelle tipologie di creature o nei meccanismi magici, negli usi dei popoli (dettagliatamente analizzati) o nel loro linguaggio costituiscono elementi apprezzabili dai cultori, ma non innovativi da un punto di vista della narrazione in sé; e non lo è, sul piano della scrittura, una certa disinvoltura citazionista. Per lo stesso motivo (anche pragmatico, forse, di buona collocabilità) il registro scelto da Venturo è quello popolare facilmente avvicinabile da lettori molto giovani;
ma nel testo non si tenta un’operazione più ambiziosa sul piano della scrittura, alla scuola – per dire – di Mervyn Peake o dello stesso Tolkien, capaci di trascendere gli schemi del loro tempo. Si tratta ovviamente di libere scelte dell’autore, apprezzabili come tali, anche se il Premio Calvino ricerca uno spessore di scrittura o almeno una significativa originalità rispetto a schemi canonizzati: resta una valutazione nel complesso positiva e la sensazione di qualità narrative efficacemente spendibili.

***

Questo è quanto, non mi aspettavo di vincere il Calvino, ma un giudizio che mi aiutasse ad aggiustare il tiro, a capire dove lavorare per migliorare e, perché no? Far colpo su un preciso pubblico.

Con “Lo Specchio di Nadear” ho ulteriormente esplorato la vena citazionista e, se lo leggerete, scoprirete che ci ho giocato parecchio. Ho altresì espanso la parte relativa l’ambientazione: chi lo leggerà, pure che non ha mai letto questo blog o uno degli altri romanzi avrà comunque un’idea precisa e dettagliata del mondo in cui prospera la città di Nadear.

Scopritelo qui

/ 5
Grazie per aver votato!

2 Risposte a “Premio   ITALO CALVINO EDIZIONEXXXII”

    1. Cose tipo
      «Emiliano non tradisce, gringo!» (da: Lo chiamavano Trinità
      che diventa
      «Taìs non tradisce, ragazzo!»

      O “se questo è un principe” invece di “se questo è un uomo”, cose così.

      Nel prossimo ho scomodato altre perle cinematografiche e non.

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