Tharamys

IoScrittore 2020 – Partiamo dal basso

Anche quest’anno ho partecipato a IoScrittore, il “torneo letterario” (un’operazione di scouting su vasta scala) e anche stavolta il mio romanzo non è stato selezionato per passare nei 300. A questo punto, dato che son fuori dai giochi, nulla mi vieta di raccontare cosa ho  scritto riguardo i 10 romanzi che ho giudicato… ma mettetevi comodi che si comincia. Dal peggiore al migliore. E con sorpresina finale.

Titolo: Un sogno nel Bosco
Genere: Fantasy
Valutazione Trama 6, Originalità 7, personaggi 7, Italiano 8.
media: 7
Risultato: eliminato perché già pubblicato

Giudizio:
Sarebbe stato un romanzo interessante, con una ambientazione fatta benino… sono un pignolo: per me ogni nome deve avere una qualche spiegazione , anche banale, ma la totale assenza di indizi sull’origine di un nome implica che sia stato imposto da qualcuno. Nel caso di un animale parlante per me implica l’imposizione da parte dei genitori e, giocoforza, la presenza di una società animale che va a cozzare con quel che è conosciuto in materia di etologia. Idem per lo gnomo Tombolino. In mancanza di una spiegazione, anche appena accennata, del perché si chiama così a me torna in mente il tombolo da studio, che le mamme venete (e non solo) consegnavano alle loro figliole per insegnargli l’arte del ricamo. L’assenza di una spiegazione sull’origine del nome, pure microscopica, mi ha portato a un ulteriore rinforzo dell’Incredulità. Onomaturgia a parte (cui ho dato pochissimo peso) i personaggi sono credibili e ben caratterizzati (ho preso in simpatia la Vipera Akron) anche come etologia; il Pettirosso (mi rifiuto di chiamarlo scricciolo: è proprio un’altra specie animale) che ostenta coraggio al limite della sfrontatezza e fugge via alla prima minaccia è rappresentato proprio come appare in natura, chiacchiera a parte. Non posso valutare la trama per intero perché la sinossi non è completa, ma le premesse ci sono tutte per una bella favoletta da leggere ai bambini, che nasconde dentro di sé numerosi insegnamenti su come affrontare la montagna, a cominciare dallo stare alla larga dalle pietraie soleggiate. Ciò che ho potuto leggere non segue uno schema ben rodato. Il mondo dei protagonisti è in equilibrio e nessun conflitto lo minaccia, neanche per sbaglio. La scritta sulla pietra attiva il conflitto minore dei protagonisti, la loro curiosità prende il sopravvento e accende la magia che gli permetterà di capire il linguaggio degli animali e molte altre cose. Il fatto che il romanzo sia stato editato (e anche bene) e che a me sia arrivata la versione non editata con la punteggiatura un po’ carente e un normario fantasioso (che sia stata l’ambientazione fantastica a ispirarne le regole?) mi ha dato parecchio fastidio almeno quanto scoprire che stavo valutando un romanzo già pubblicato. Comunque rimane un prodotto gradevole, si lascia leggere dagli adulti tanto quanto dai più piccoli. Naturalmente ho dovuto segnalare la cosa alla segreteria del torneo, mi spiace, ma era mio dovere farlo anche per proteggere il lavoro di tanti altri esordienti. Voglio pensare che il libro sia stato iscritto prima della pubblicazione, che sia arrivato sugli scaffali a torneo ormai chiuso e che non sia stato ritirato per una semplice dimenticanza. Buona fortuna per il suo libro!

Insomma non è che son stato particolarmente cattivo eh? E in ogni romanzo ho puntato anche agli aspetti positivi e qui, come avete letto, ce ne erano a cominciare dall’italiano usato. Buono, ma non buonissimo: il libro è scritto anche meglio, se volete fare un regalo gradito a un ragazzino in cerca di una favoletta avvincente fateci un pensierino.

Eccone un’altra…

Genere: Fantasy
Valutazione Trama 6, Originalità 7, personaggi 7, Italiano 6.
media: 6,5
Risultato: eliminato perché facile risalire al nome dell’autore

Giudizio:
Sono molto dispiaciuto di dover scrivere questo giudizio: adoro i libri fantasy. Da Howard, Brooks, Bradley… e giù fino a Zelazny mi sono sempre concentrato su quanto di bello potevo leggere, lasciando da parte errori e piccolezze. Lovecraft era un dio nel trasmettere certe emozioni, meno bravo coi dialoghi… pazienza. Prendiamo il primo capitolo: lasciando perdere la punteggiatura, che meriterebbe un trattato a parte, ho rilevato un serio problema di gestione del punto di vista. Scarsa anche la caratterizzazione: in tutto il primo capitolo ogni personaggio utilizza lo stesso registro espressivo il che, unito alla cattiva gestione del POV, ha reso estremamente difficile capire chi fosse a parlare. La situazione non migliora nel secondo capitolo dove l’improbabile mezzosangue si rivela essere il prigioniero del primo ora evaso. Comprendo che questo personaggio sia come “er cavaliere nero” di proiettiana memoria cui “non bisogna rompere il… ” però due paroline sull’evasione io le avrei spese. L’ambientazione sembra interessante, ma alcuni elementi la distruggono. Termini come “locanda” e “oste” richiamano il tipico fantasy medioevale, idem il carro da cui la protagonista femminile è stata scaricata dalla madre. Poi però trovo che gli elfi possiedono spade, pistole e ricetrasmittenti e la bimba di prima fruga nei cassonetti dell’immondizia. Come funziona questo mondo? Non è chiaro. E che dire dei nomi? Seth è egizio, ma qui è il nome di un soldato elfo. Sono molto confuso, la mia povera SoD (suspension of disbelief) ne è uscita a pezzi e continuava a urlare “brucia ‘sto libro”. Un peccato, perché ci sono delle trovate molto divertenti come l’elfo che riconosce l’assassino psicopatico e tenta di fuggire, ma poi ci manca poco che se la faccia nei calzoni. Oppure i genitori del prigioniero evaso che, nonostante tutto, tentano di aiutare il figlio: sono rappresentati molto bene, specie la madre. Viceversa nessuno dei nomi scelti per luoghi e personaggi del libro mostra anche solo minimamente di essere stato scelto con un criterio diverso dalla “bellezza fonetica”. I nomi stridono troppo tra loro. Uniformarli senza criterio, però, non avrebbe senso. Ogni personaggio deve avere un nome “meritato” in base a razza, cultura, ceto sociale… eccetera. Deve migliorare la gestione dei POV, qualsiasi corso di scrittura andrà bene. Approfondire l’ambientazione: ogni elemento della narrazione deve avere il suo perché. Purtroppo non ho lo spazio per parlare in modo esaustivo della sua opera, il libro in se non è male, ma l’ambientazione e la caratterizzazione richiedono un grosso lavoro di restauro per rendere luoghi e personaggi credibili. Spero di esserle stato d’aiuto.

Insomma ho cercato di evidenziare in cosa si poteva migliorare (moltissimo) e cosa ha meritato i voti sopra la sufficienza. Anche se il libro non è stato pubblicato, la signora ha però dimenticato di togliere dal titolo il nome della saga:  è una parola così Google me l’ha rintracciata in un femtosecondo. Purtroppo il libro precedente: ” Cronache di un ricercato” è scritto male quanto l’incipit che ho letto. Indice che l’autrice (è una lei) non ha minimamente pensato di far editare il proprio testo e lo ha buttato su Amazon così com’era. Peccato. C’è di buono che il libro sia “Attualmente non disponibile” e, forse, posso sperare che abbia cambiato idea.

E per chiudere questo primo articolo ecco il “Top of the worst”, ovvero er peggio. Reggetevi forte.

Genere: Fantascienza
Valutazione Trama 4, Originalità 3, personaggi 3, Italiano 5.
media: 3,75
Risultato: Eliminato

Giudizio:
Accipicchiolina, mi sembra di aver letto uno dei primi racconti di Asimov con robot protagonisti, roba che non ha mai pubblicato perché si vergognava di scritti che contenevano “bash, argh” e “cose che voi umani non dovreste mai fare”. Purtroppo questo scritto non contiene nulla che non sappia di già visto e rivisto: il mondo (forse) salvato da due nerd, l’eroe che si sveglia dopo il coma e, tanto per cambiare, è paralitico. Per sua informazione: una persona in coma non mangia e non caga. Necessita di cateteri che vanno sostituiti a intervalli regolari e di un sondino che pure va sostituito ogni 2 mesi e dopo 6 mesi se non si è ripreso va operato per installare una PEG (presidio enterogastrico) per sparagli acqua e nutrienti via transaddominale con una gastrostomia e una pompa a infusione. Tutta roba facilissima da trovare mentre il mondo è in mano a macchine assassine (hint: sono stato ironico). Il sonnellino decennale del suo amico avrebbe richiesto, nella migliore delle ipotesi, non meno di 600 cateteri e almeno 20 peg (consideri che spesso si ostruiscono o danneggiano prima della scadenza). E comunque si sarebbe preso un’infezione alle vie urinarie, come minimo. Il sondino per la stomia va sostituito ogni sei mesi, anche meno ed è fatto di materiale biocompatibile tutt’altro che facile da produrre. Senza di esso la stomia si richiude in pochi minuti e ci vuole un nuovo intervento chirurgico per riaprirla. Al di là di questo la sua trama ha talmente tanti buchi che chiamarla “insensata” è un complimento.
Veniamo ai personaggi: sono piatti e, soprattutto, sanno di già visto. Ha idea di quanti orfanelli ci sono in letteratura? Poteva fargli morire i genitori a causa dei robot, sarebbe stato già più plausibile dell’incidente d’auto del 2056.
Un nerd quando descrive una sua “invenzione” è prodigo di dettagli tecnici: sa di cosa parla ed è orgoglioso di poterla raccontare. Purtroppo lo capisce solo un altro nerd. Se mi parla di una scatola di sardine (quelle rettangolari sono sgombri e sardine, il tonno ha scatole rigorosamente rotonde perché si spreca meno materia prima) lo capiscono tutti; se riempie la scatola con chip e circuiti integrati e poi ci appiccica sopra un display, una manopola e delle lucine, lo capiscono tutti al volo e capiscono che è un accrocco che non funziona. Se poi racconta che il personaggio poteva, grazie a quell’arnese, controllare quasi tutti i robot presenti sul pianeta ha spoilerato il finale E sta prendendo in giro l’intelligenza del lettore.
Per finire l’italiano usato per raccontare la storia è stato massacrato da una punteggiatura errata e parole scelte in modo non funzionale alla narrazione, funestato da ripetizioni e uso di verbi e sostantivi polisemantici (come l’abusato verbo fare) che proprio si potevano evitare. Taccio poi sulle forme verbali palesemente errate. Se vuol continuare a scrivere dovrà leggere molto, ma molto di più.

Questo era davvero scritto male. Già la formattazione era pessima, ma concedo il beneficio del dubbio poiché molti word processor non sanno gestire bene il formato RTF obbligatorio per l’invio dei manoscritti.

A cominciare dalla punteggiatura usata a sproposito.
Sembra inutile pignoleria, ma dopo il sangue versato tra medie e liceo sulla sintassi del periodo non ci sto a ritrovarmi davanti il primo ignorante che non ha curato neanche la forma basica del testo scritto. La presenza di una virgola in questo o quel punto determina in modo importante il significato che si attribuisce a una frase. Tengo a precisare, per chi non lo sapesse, che quando ho cominciato a scrivere non sapevo mettere insieme soggetto e predicato e la qualità dei testi che producevo era anche peggiore di questa. Per cui quando ho trovato ‘sta roba ho capito immediatamente con cosa avevo a che fare e come trattarla.

Se la donna sapesse con certezza il valore che ha, l’uomo andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca.

Se la donna sapesse con certezza il valore che ha l’uomo, andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca.

Se la donna sapesse con certezza il valore che ha l’uomo andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca.

Stesso gruppo di proposizioni, significati molto diversi a seconda della posizione o della presenza di una sola virgola. Ribadisco: la punteggiatura è importante. Comunque: su questo genere di errori tendo a sorvolare senza bombardare a tappeto, i problemi sono altri.

A tempo di record, si erano estinte …governo degli Stati Uniti non poteva farci assolutamente niente!”. Mi permetto di estrarre questo brevissimo testo, senza mettere altro che possa “compromettere” l’autore. In un altro articolo di questo blog ho condannato in modo aspro l’abuso dei verbi polisemantici, come il verbo “Fare” che racchiude in sé una moltitudine di significati tale da riempire svariate pagine di dizionario. Una povertà di linguaggio che rende il testo scialbo e ambiguo, rendendo difficile comprendere il significato: cosa avrà voluto dire l’autore? Che il governo degli stati uniti era impossibilitato a fronteggiare la crisi ecologica? Che si era prodigato in sforzi colossali e aveva fallito? Che aveva scientemente deciso di non salvare il clima (ammesso che fosse stato possibile) e mandare il pianeta a donne perdute? E quella virgola dopo “a tempo di record” che vuol dire?
Mistero.
E ancora perché non “poteva” invece di “poté”? Il protagonista sta raccontando il suo passato, anche se non è chiaro da quale posizione è partita la narrazione se non “un qualche momento nel futuro”. Perché l’autore ha usato l’imperfetto invece che il passato remoto? Voleva forse dire che la crisi ecologica era ancora in corso e che, dopotutto, gli ecosistemi del pianeta ancora tentavano di sopravvivere nonostante (o forse grazie al) mancato intervento del governo statunitense? E gli altri paesi del mondo?
Mah.
L’ultimo periodo poi ripete lo stesso errore di sintassi con virgole che paiono piazzate qua e là senza un criterio apparente. Il testo che precede e segue questo esempio contiene pe(e)rle di pari valore con qualche spruzzatina di aggettivi e forme verbali non concordanti come qui:

Erano diventate ormai così necessarie che veniva classificate dai governi alla stregua dei WC pubblici.

Frase innocua, che non permette una facile individuazione del testo. La proposizione fa riferimento alle postazioni di ricarica per automi, l’ausiliare avere non concorda col suo participio passato e il trapassato prossimo risulta… trapassato e basta: a miglior vita.

In teoria un simile utilizzo della lingua italiana è da 3= (tre meno meno), scritto così per non mettere 2 che altrimenti in sede di scrutinio viene ignorato. Ho messo 5 perché comunque è una insufficienza (e a quanto pare voti inferiori al 4 non vengono proprio considerati) e tanto basta a far precipitare la media. Inoltre gli sfondoni grammaticali possono essere corretti: alla fine della fiera chi si ritroverebbe a bestemmiare sarebbe “soltanto” il correttore di bozze se almeno ambientazione, trama, personaggi e tutto il resto fossero stati non dico eccellenti, ma almeno buoni.  Invece l’autore (o l’autrice) sembra aver trascritto, di tutto quel che la sua mente ha ideato, solo le prime idee che gli son balzate in testa senza neanche controllare grammatica, sintassi e forma.
Il mio 3,75 di media è stato di incoraggiamento, se no sarebbe stato 2 secco.

E con questo si chiude la prima tornata di giudizi, a breve la seconda con altri tre incipit che sono andati benino, poi i tre che proprio mi son piaciuti e dulcis in fundo il… vincitore, ovvero il romanzo che è passato alla fase successiva. Che con me ha preso una media di 5,5. Come c’è riuscito? Magari col vostro aiuto potrò sciogliere l’arcano e financo… l’argatto.
So’ ironico, aho!

/ 5
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