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Federico Memola

memola-profilo-400.jpgL’8 dicembre 2019 moriva nella sua casa di Milano Federico Memola, scrittore, sceneggiatore, creatore di meravigliose storie a fumetti.

Non l’ho mai conosciuto di persona, ma le sue opere hanno avuto un ruolo nel modo in cui creo le mie.

I meno giovani ricorderanno ZonaX, un contenitore bimestrale pubblicato da Sergio Bonelli Editore e che Federico ha saputo condurre dal numero 10 al numero 45 quando ha chiuso i battenti. Oltre a curarne le scelte editoriali Federico ha sostenuto e divertito il suo pubblico con le serie “Legione Stellare” più legata alla fantascienza e alla Space Opera e  “La Stirpe di Elän” che ha saputo unire tre generi in un sol colpo: Fantasy Epico, Urban Fantasy e Steampunk. legione-stellare

Se ZonaX avesse continuato a esistere avrebbe macinato bei numeri… per questi tempi, dove vendere 10000 copie fa saltare di gioia gli editori e stappare il Berlucchi agli artisti (al posto del vinello in cartone preso al discount), invece fu chiusa perché poco redditizia. Pazienza, ma l’esperienza maturata tra quelle pagine, il seguito dei lettori affezionati alle serie cui ha dato vita diede seguito a nuove pubblicazioni, alcune sotto l’insegna della SBE, alcune altrove. Jonathan Steele e Dampyr, per esempio, fanno parte delle fenici nate dalle sue ceneri, idem per “Storie da Altrove”.

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Le sue pubblicazioni sono state tante, ha collaborato con Star Comics, che ha ospitato Jonathan Steele quando SBE decise di chiudere la serie e con Il Giornalino delle edizioni Paoline dove il personaggio di Roland ha fatto la sua comparsa.

Avrei voluto essere al suo funerale, ma la mia situazione non mi permette di lasciare sola la mia famiglia neanche per un’ora. Non avrei potuto esserci neanche se avessi abitato a Milano, invece che sopra i monti di Trento dove vivo adesso. Posso però rendergli omaggio e dirgli ancora una volta “Grazie”, anche se postumo.

Federico sapeva come raccontare una storia. Creare un incipit, portare la tensione fino al culmine al momento giusto e poi chiudere lasciando quella sensazione che i bambini adorano alla fine, quando la storia termina col finale più classico del mondo “E visssero felici e contenti” e “ancora, raccontane un’altra”.

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Che poi il finale fosse dolceamaro come l’ultima puntata della Stirpe di Elän invece che zuccheroso come quello di Biancaneve è, dal mio punto di vista, un valore aggiunto. Dalle letture su Zona X ho appreso come funziona “Il Viaggio dell’Eroe” di cui fino a quel momento avevo solo sentito parlare. Leggendo le imprese di quei personaggi ho visto, cristallizzati, gli Archetipi che tanto mi sfuggivano e che tra le righe dei libri facevo molta fatica a riconoscere. Stampati sulle tavole di un fumetto era facile fissarli nella memoria e tenerli a mente. Il fatto che fossero storie molto diverse tra loro: oggi si parla di draghi e caverne, domani di astronavi e cannoni laser, mi ha permesso di cogliere gli elementi comuni tra le varie storie e da lì, grazie allo studio, comprendere cosa avevo tra le mani. Sull’imparare a sfruttare gli archetipi… eh, è un’altra storia. Magari un giorno ci riuscirò e scriverò storie talmente intense che nessuno potrà fare a meno di leggere. Non è questo il giorno né l’occasione adatta per parlarne. Oggi è un giorno di ringraziamento a una persona che ha contribuito a rendermi ciò che sono e che nel mio ultimo libro ho voluto ricordare così

Cattura.PNGNell’ultima pagina dello Specchio di Nadear, dopo la storia, il glossario e le sorprese c’è una dedica a chi, col suo lavoro, le sue opere o il suo sostegno, mi ha permesso di portare a termine la storia. Così tra Follet, Pratchett, i creatori di Doctor Who e tanti altri grandi della narrativa contemporanea… guardate bene l’immagine: è subito dopo a Harlan Ellison (I have no mouth and I Must scream!) e accanto a Clark Ashton Smith (Averoigne).

Addio Federico e grazie per tutti i sogni che mi hai passato.

Andrea Venturo

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