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Nadear la Bianca – guida turistica

Piazza HaldenNella vasta piazza Halden1, subito dietro la porta omonima16, è impossibile ignorare, causa odore piuttosto intenso e che cresce nel corso della giornata, le stalle pubbliche10 dove ogni forestiero è tenuto a lasciare la propria cavalcatura per circolare a piedi. I permessi di circolazione con veicoli diversi dai piedi al di fuori di piazza Halden vengono concessi solo per motivi ben precisi (come il trasporto di merci dal porto alla porta meridionale). È altresì possibile lasciare il cavallo fuori dalle mura, legato da qualche parte, ma non è consigliabile: il profumo delle rose-vampiro7 alla lunga fa impazzire gli animali che, inevitabilmente, strappano le redini e si lanciano al galoppo dentro ai cespugli per morirvi dentro felici… se un arbusto arciere non li arpiona prima, per mangiarseli lui. L’alternativa alle mura è il caravanserraglio, una vasta area incolta e libera dalle micidiali piante dove stazionano le carovane dirette verso ovest, ma lasciare un cavallo in mezzo a quel caos di carri, persone e animali da traino significa perderlo cinque minuti dopo averlo lasciato. Presso le stalle invece, per una cifra modesta, si può lasciare il proprio animale certi che sarà accudito con cura e riconsegnato ben strigliato, nutrito e riposato.

Sulla piazza dominata dalla statua dedicata al giovane Halden si aprono numerose viuzze ed il grande viale della Repubblica8, che conduce all’altra grande piazza antistante il porto. Il termine “vasta” ben si applica a questo spazio ampio quasi 300 piedi (1 piede = circa 1 metro) e rivestito da lastroni di basalto, è uno dei luoghi dove ogni settimana viene allestito il mercato che trasforma la piazza in un variopinto caos multietnico. A sinistra del viale della Repubblica,  si erge l’emporio Ludrò12 un edificio dalla facciata semplice e pulita, fornito di ogni cosa che potrebbe essere utile e meta di decine di persone che ogni giorno vanno a ritirare la merce ordinata e ne ordinano di nuova. Pagamento rigorosamente in anticipo. Uno dei personaggi che potrete incontrare dietro al bancone è Jon Ludrò: figlio del famoso Damien, quello che Dorian chiama “figlio d’una vipera” o “vipera cornuta” quando non vuole infierire. Le vicende di Jon e Conrad sono destinate ad incrociarsi presto e a più riprese.

piazza_della_loggiaProseguendo verso nord si imbocca il viale della Repubblica8, una strada che è comune a tutte le città di Kirezia e di solito è la più importante. La via è caratterizzata da una infinità di luoghi dove si può acquistare qualcosa da mangiare, da bere o da indossare. Tutti i negozi della città, con alcune eccezioni, sono concentrati lungo questa via che é quella dove passa la maggior parte dei forestieri. Le abitazioni sono realizzate in pietra basaltica intonacata di bianco per mitigare la calura estiva e con il tetto di tegole rosse, ma alcuni palazzi possiedono un aspetto più ricercato, come lo splendido palazzo Ludrò13 che si affaccia in piazza della Loggia9: costruito in stile tardo kireziano, ricco di bifore e guglie dall’aspetto ricercato realizzate in marmo di Marblé e stucchi dorati; sulla stessa piazza non sfugge all’attenzione la loggia dei Mercanti14 , con lo splendido portico di archi a tutto sesto leggeri e slanciati, che da l’impressione di sostenere senza alcuno sforzo l’edificio soprastante.

Piazza MijosotLa gilda dei maghi11 è forse il più curioso degli edifici che si possono incontrare in questa breve passeggiata. Sorge in piazza Mijosot2, proprio al termine del viale della Repubblica e consta di cinque torri alte 32 piedi a forma di guglia uniti da archi rampanti e circondata da un giardino curatissimo.
La gilda, l’unica presente in tutta la valle di Levot, accoglie dodici membri e vanta il minor numero di incidenti subiti dai propri associati in tutta Kirezia. Di fronte l’ingresso della gilda, proprio al centro della piazza fa bella mostra di se la statua bronzea di Flantius Mijosot, detto Colle Ondoso, raffigurato mentre scaglia un incantesimo col suo bastone. Notevole è la sfera di cristallo che ne ingloba la punta, e che quando il sole la fa brillare rappresente egregiamente l’energia che si sta per sprigionare dall’incantesimo appena evocato, ma che rende difficoltoso distinguere il drago rampante ben visibile, invece, sul bastone di Conrad. Più oltre a nord la piazza si allarga fino a diventare la banchina del porto4, ampia e perennemente ingombra di barche tirate in secca, reti a farfalla messe ad asciugare, pile di casse in attesa di un veliero che le carichi per portarle altrove… il lago Levot è vasto e vi si affacciano numerosi villaggi che scambiano regolarmente merci con Nadear, senza contare il sistema di canali che mette vasto lago in comunicazione con la capitale. Con le spalle al porto non può sfuggire all’occhio il palazzo  Nodale15: Nadear è uno dei quattro punti nodali della rete commerciale della Repubblica e in questa sede vive il consiglio nodale, o camera bassa e il consiglio ristretto, retto principalmente dagli alfieri delle gilde mercantili. In sostanza è qui che vengono prese tutte le decisioni in merito l’amministrazione della città e di tutta la regione circostante il lago.

Se capitate da queste parti durante il mercato del pesce, tuttavia, preparatevi spiritualmente a tapparvi il naso e a scansarvi velocemente: è una merce che deperisce in fretta e i fattorini non hanno tempo da perdere. Sebbene sentirete dire dagli abitanti che la puzza più forte viene dal palazzo. Da questo punto in poi, tanto a est quanto a ovest è un susseguirsi di moli, capannoni20 e imbarcazioni di tutte le stazze ormeggiate ordinatamente. mura_lacustriLe mura si estendono anche sull’acqua5, dove una robusta massicciata sostiene la costruzione che protegge la città anche da quel lato. Vi sono due ampie aperture che consentono l’entrata e l’uscita delle imbarcazioni, ognuna segnalata da lanterne alimentate ad olio e, in caso di necessità, una robusta catena viene issata dalle torri lacustri per impedire l’ingresso (e l’uscita) a qualsiasi natante.Prese d'acqua
La dove le mura incontrano le acque del lago si possono notare delle chiuse: queste sono le prese d’acqua che, in caso di emergenza, vengono aperte al fine di allagare il fossato e dare una prima ripulita ai nemici eventualmente asserragliati contro le mura stesse. Sul lato ovest del porto, sempre a ridosso della mura, numerosi bacini di carenaggio, gru e altri capannoni offrono tutta la manutenzione necessaria alle imbarcazioni più grandi. Tornando indietro verso sud, da questo lato del porto, si accede ad un dedalo di viuzze che sfocia nella caratteristica piazza dei cinque templi, una sorta di cuore spirituale della città, dove sono concentrati gli edifici religiosi più noti: i templi di Eplor il buono e la Case dei Guaritori22, Nendos l’arbitro dalla cupola di ardesia ed Einungis l’unico con il tipico fregio a forma di Frassino dorato, la cappella di Merat-Asua madre della vita e della morte tanto cara a puerpuere e becchini ed infine il giardino di Salof-Lal, la divinità elfica più nota al di fuori della foresta di Nivalis, giardino popolato da uccelli bellissimi e da lombrichi lunghi un braccio.

Sembrerebbe che manchino dalla città altre tracce dei Nani, che pure tanto hanno contribuito alla sua nascita. Per trovarne dobbiamo spostarci più a est, verso la porta del Sole, verso occidente. Proprio sulla piazza antistante la porta sorge uno degli edifici più antichi della città, la locanda di Rosa Abbiategrasso. Rosa è una elasson e vive a Nadear più o meno dalla sua fondazione. Cioé non è che vive sempre a Nadear, ma quando si prende una pausa e se uno dei suoi giri non la porterà, un giorno, a lasciare per sempre questo mondo, torna alla locanda che ha costruito e che è l’unico posto in tutta la valle di Levot e fuori dalla Casa-di-Roccia dove si può gustare la vera cucina Nanica. Rosa conosce storie e aneddoti sulla fondazione di Nadear e sulla sua storia che nessun altro conosce e li conosce di prima mano, per cui, se glielo domandate con gentilezza e vi fermate per cena, potrà togliervi molte curiosità sul giovane Halden, Colle Ondoso e (soprattutto) il capitano Sarralga ed il battaglione Krorennert, ma pure su molte altre cose che succedono in città. Il solo problema è sopravvivere alla cena.

La città ha pianta circolare e tutte le strade si irraggiano da piazza Mijosot o gli girano attorno. Completamente fuori da questo schema c’è piazza Slandròna, cuore pulsante della vita notturna. Giungere in piazza non è semplice se si viene qui la prima volta: il dedalo di viuzze che la circonda è poco… amichevole e per nulla facile da ricordare, ma una volta giunti in questo spazio triangolare circondato da case bianche coi tetti rossi è impossibile non notare il motivo per cui questa zona è, in qualche modo, isolata dal resto della città. Siete nel quartiere dei bordelli.

Il nostro giro turistico della città è quasi concluso: anche se la valle di Levot è tranquilla e ormai popolata solo da razze pacifiche quali elfi, Nani, elassoi e umani le regole di sicurezza sono rimaste pressoché invariate da quattro secoli a questa parte. Nessuno entra o esce dal tramonto all’alba a meno di autorizzazioni speciali. Nessuno usa armi entro le mura eccetto le guardie e chi viene sorpreso, con l’arma in pugno, viene multato e accompagnato fuori della città con l’invito a non tornare per sei mesi. Se lo fa viene ri-multato, cosparso di pece e piume e nuovamente espulso.

Parlare di Nadear la Bianca, con le sue casette bianche dai tetti rossi, mi ha permesso di dipingere perbene lo scenario del prossimo racconto, titolo provvisorio: “il rompicarro” su cui sono al lavoro. Conto di finirlo prima di pasqua… è che mi tocca scrivere con un piede.

Si: le mani sulla tastiera, il piede sulla culla a dondolar…

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