Test di Scrittura – Personaggi LV2 41 Creato il Ottobre 03, 2020 Per tharamys Ancora sui personaggi - LV2 Altro cliché in arrivo! 1 / 10 L’antagonista ha un obiettivo diverso dal distruggere il mondo e dare vita a un nuovo impero del male? Sì, ovvio. No, se no che cattivo è? Tutti i personaggi devono avere desideri e bisogni, anche il cattivo, anzi soprattutto lui o lei o esso/essa insomma ci siamo capiti. Un malvagio che vuole distruggere il mondo perché... perché è giusto distruggerlo, senza una vera motivazione insomma è credibile quanto Willy Coyote che prende Beep Beep e finisce la puntata mangiandoselo allo spiedo. Non può accadere, per definizione e quindi già si sa che l'eroe riuscirà a sconfiggerlo fin dall'inizio, specie se la narrazione è al passato. Raccontare di fatti già accaduti è uno spoiler mostruoso sul finale che preconizza la distruzione del mondo a opera del cattivo di turno. Meglio se il cattivo è credibile e meglio ancora se ha solide motivazioni. In "Difensore" di Larry Niven i cattivi vogliono distruggere l'umanità e la storia ha una serie di "Plot Twist" pazzeschi che permettono, nonostante sia raccontata al passato, di non capire se la distruzione avverrà o no fino alla fine.Se vi capita leggetelo: è fantascienza scritta davvero molto, molto bene. Non ti ho chiesto se giochi di ruolo, ma se progetti i tuoi personaggi compilando una scheda del personaggio molto dettagliata. 2 / 10 Prendi il tuo protagonista e: somma 10 punti per ogni caratteristica fisica o psichica sopra la media, 10 punti per ogni vantaggio sociale\magico\altro che possiede alla partenza, 5 punti per ogni skill sopra la media. Togli 10 punti per ogni caratteristica sotto la media, 10 punti per ogni svantaggio, 5 punti per ogni skill, 1 punto per ogni elemento che lo rende unico come un cappello preferito, un tic… ecc…Hai mai pensato a un tuo personaggio in questi termini o comunque di dare dei valori "oggettivi" anche se su scale di misura inventate alle sue caratteristiche, così da capire come descrivere le sue imprese? Sì No, io non ho mai giocato di ruolo Dei miei personaggi tengo conto anche di cosa trasportano e quanto pesa. Così da avere un'idea precisa di come si muovono. Conrad ha sempre lo zaino con sé e quando indossa il mantello pare gobbo... e si crepa di freddo perché il mantello non lo avvolge bene. La-Wonlot porta le sue raaman di pietra alla cintura e gli ingrossano i fianchi facendolo somigliare più a un parallelepipedo. Inoltre nelle mie schede tengo conto anche della progressione dei personaggi, quanto nel corso del tempo diventano forti così da arrivare al climax che sono pronti per rendere lo scontro interessante. Di un superman che ferma uno scippatore non mi interessa raccontare. E non credo solo a me. È una cosa che fanno molti autori. 3 / 10 Nella tua storia compare almeno un personaggio che è il tuo "avatar" nel mondo che hai creato... Sì, è vero. C'è un personaggio che in realtà sono io. No, non te lo dirò neanche sotto tortura. Tutti i personaggi sono nostri avatar. O meglio: sono personificazioni di alcuni aspetti della nostra personalità su cui vengono innestati (se si è molto, ma molto bravi) anche altri aspetti che non ci appartengono del tutto. Per cui la risposta giusta è "Sì" a prescindere. Alcuni autori poi si sono spinti oltre come Clive Cussler che negli ultimi romanzi ha infilato se stesso come comparsa. Anche nel cinema ci sono casi del genere, come Stan Lee che compare in tutti i film degli avengers, o Hitchcock che compare come cameo in tutti i suoi film.Non c'è nulla di male, è "normale" e a volte anche molto divertente. Attento ai cliché. Ti sto chiedendo la risposta sbagliata. 4 / 10 Il tuo cattivo principale punisce con la morte anche errori banali? Trova la risposta che è proprio sbagliata. Si, sempre e comunque. Sì, la sua malvagità va mostrata a tutti i costi. No Sì, il mio è un romanzo con una forte componente comica. No, il mio cattivo è sì infame, ma se uccidesse tutti i suoi collaboratori resterebbe solo molto presto. I cattivi più credibili sono quelli coi quali si può empatizzare. Per cui devi "salvare il gatto" anche per loro. Save the Cat è uno dei trucchi di Blake Snyder (sceneggiatore) per far scattare l'empatia dello spettatore verso un personaggio. Di solito si fa per i protagonisti, per i "buoni", ma non è affatto male usarlo anche per i malvagi. La matrigna di biancaneve, per esempio, amava le sue figlie e il suo amore si manifestava nei suoi (vani) tentativi di farne due dame di classe. Era cattiva? Certo che sì, ma di una cattiveria umana, plausibile e che, giocoforza, la faceva diventare terribilmente... stronza. Oh, l'ho detto finalmente!Un cattivo che ammazza tutti e non è una storia con risvolti comici, tipo Attila i Babbaro interpretato da Diego Abatantuono... come chi? A come Atrocità, doppia T come Terremoto e TraGGedia, I come Ira di Dio, L come Laco di Sancue e A come adesso vengo e ti sfascio le corna... eccetera, non è credibile perché non ha niente di umano, non si riesce a empatizzare con lui e quindi è pacifico che gli finisca male. Dona qualche dote umana al tuo cattivo, diventerà ancora più "Grande" e, soprattutto, credibile. La risposta giusta è una sola. Però volevo romperti le scatole con la risposta multipla... 5 / 10 Il tuo eroe si innamora di una donna “irraggiungibile”, ma poi alla fine riesce a “raggiungerla”? Sì No Dipende dai personaggi coinvolti e dalle loro caratteristiche. Ovviamente dipende dal personaggio. Quella della "schermaglia" a suon di parole affilate è un cliché che risale ai tempi di Adamo, Eva e Lilith, come minimo. All'inizio si beccano come polli, alla fine convolano come colombi. Pretty Woman, Flashdance, Star Wars 4, Il destino di un Cavaliere... ci sono quintalate di storie che mostrano il medesimo plot, è un cliché e piace da matti quando è raccontato bene. Inserire lo schema battibecco iniziale seguito da una relazione sentimentale senza aver "azzeccato" i personaggi equivale a scrivere una brutta storia. Stavolta le domande si spiegano da sole, dai... è facile. 6 / 10 Il tuo protagonista possiede un martello/ascia/arpione o altra arma che ritorna nelle sue mani quando la lancia... o nelle storie "normali" ha un'arma con serbatoio di colpi dalla capienza non ben definita? E hai invece definito il perché di questa scelta? Sì, ci ho pensato e ho incluso nella narrazione il perché di questa scelta. No, ma che mi frega? Per la mia personale esperienza TUTTO deve avere una spiegazione. Se un'arma torna in mano al suo proprietario dopo il lancio, o se una pistola sembra aver colpi infiniti. L'ispettore Callaghan aveva, per la sua 44 magnum, le tasche piene di carica-tamburo che consentivano di inserire 6 colpi nel tamburo della sua 44 magnum in mezzo round di combattimento (1,5 secondi) consentendogli di poter sparare subito, anche se senza mirare. La super shuriken di Krull era magica e tornava indietro grazie ai potenti incantesimi di cui era imbevuta, idem per il martello di Thor. Georgie (quella del cartone animato) aveva un boomerang ed era mostruosamente brava nell'adoperarlo. Una spiegazione coerente con l'ambientazione ci vuole sempre. E che sia intessuta nella narrazione in modo da portarla avanti, e non un infodump fastidioso 😉 Questa ricade nei "trucchi del mestiere" e può tornarti comoda. 7 / 10 Qualcuno dei tuoi personaggi ha un nome con più di tre sillabe? Sì No Sì, ma solo per i personaggi-comparsa. No, nessuno ha nomi troppo lunghi o difficili da ricordare. Questa la chiamano la regola del cane. Un cane (e ancora di più un gatto, ma non spiego perché o andrei fuori tema) è in grado di ricordare bene parole di una-due sillabe e se addestrato quando è cucciolo può mettere insieme un vocabolario di qualche decina di parole e i relativi comandi da eseguire. Un gatto può riconoscere suoni anche di tre sillabe se sono collegate alla sua augusta persona e nel caso della parola "crocchette" non c'è problema: se la ricorda.Con gli esseri umani accade lo stesso. Nomi di 2-3 sillabe senza orpelli (apostrofi, trattini, suoni poco usati nella lingua parlata) vengono ricordati senza difficoltà anche se sono nomi scomodi. Lunar, Raistlin, Conan, Ciro, Hannibal... eccetera. Nomi esotici più lunghi sono di difficile memorizzazione e richiedono attenzione. Un trucco comodo è quello di assegnare ai protagonisti e ai personaggi principali nomi brevi e facili da ricordare. Mentre alle comparse si possono appioppare anche cose complicate. Il risultato è che sarà facile ricordarsi dei vostri personaggi. Altro cliché tipico delle storie "fuori dal nostro mondo" 8 / 10 Uno dei tuoi protagonisti ha apostrofi o trattini nel suo nome? Sì No Ecco, se hai sbagliato hai fatto bene: è un cliché cui non so rinunciare e mi ha procurato un sacco di grattacapi. Prendi due miei personaggi: La-Wonlot e La-Kae. Volevo dei nomi che ricordassero i nomi di due personaggi di Kipling, presi dal Libro della Jungla. Akela, il capobranco dei lupi che adottarono Mowgli tra loro e Wontolla, il lupo solitario che combatté a fianco del branco di Akela contro i cani rossi.Bon, presi i nomi, fatti gli anagrammi li ho trovati carini e li ho inseriti senza pensarci.Poi ho dovuto soffermarmi sulla domanda "perché li ho creati così?" o meglio: "perché i loro genitori li hanno chiamati così?" e "Come impongono i loro nomi?" e ho dovuto creare tradizioni e aneddoti riguardo l'imposizione di un "tomet" cioé di un nome animistico basato su elementi naturali. Ovviamente questo lavoro ha richiesto la creazione della lingua etsiqaasit, che tutt'ora sto ampliando e migliorando, e che è partita proprio dalla necessità di dare un significato ai termini La Kae e Wonlot. Un incubo. Ora sto molto più attento quando assegno un nome a qualcuno! Insomma ti sto chiedendo se un personaggio basso deve essere una macchietta come molti dei personaggi di Danny De Vito o Alvaro Vitali. 9 / 10 Qualsiasi personaggio sotto i quattro piedi di altezza esiste solo quale spassoso diversivo? Sì No No. Non la penso così: come ho già detto per me un personaggio è unico. Posso appioppare il ruolo di macchietta comica a una figa da urlo come all'avvocato di grido, se voglio. Un personaggio basso non necessariamente deve far ridere, come soleva cantare De André. E nel caso dei miei Nani se fate battute sulla loro statura verrete sfidati a una nobile tenzone a base di Birra e Asce e vi garantisco fin da ora che finirete male e da ubriachi. Domanda insidiosa, la mia opinione te la dico dopo che avrai risposto. Si tratta di un cliché molto diffuso. 10 / 10 “un mezz’elfo diviso tra la sua eredità umana ed elfica” ti sembra un’eccellente idea per un personaggio? E più in generale un personaggio diviso tra il proprio desiderio (da cui dipende la felicità) e il proprio bisogno più importante (da cui dipende qualcosa di archetipico come la vita stessa) ti pare una buona idea? Puo dar... sì? Ma anche no? Tutti i personaggi hanno un bisogno primario (vivere, riprodursi, dormire, mangiare, dare e/o ricevere amore... sono tanti e legati agli archetipi) e almeno un grande desiderio: ciò che può renderli felici. Sia pure una felicità che ai tuoi occhi appare effimera. Il conflitto che si genera tra questi due elementi spinge il personaggio ad agire. Lo trovi su tutti i manuali di scrittura, dal primo all'ultimo. Quindi, per me, no: non è una buona idea per un personaggio. È proprio il minimo sindacale. Crearne uno così, senza renderlo unico, equivale a creare una comparsa con lo spessore pari a mezzo foglio di carta igienica a 1 velo e identico a centomila altri che sanno di "già visto". Your score isThe average score is 37% LinkedIn Facebook Twitter VKontakte 0% Ricomincia quiz