Tharamys

Io Scrittore – Se una notte d’inverno, un calciatore…

…venisse freddato in un’anonima stanza d’albergo a Mosca? Comincia così un thriller scritto con tutti i crismi. Una storia che vedrei bene pubblicata in una delle collane della Mondadori (ciao Franco, casomai fossi tra gli editor del concorso contattami che ti mando titolo e pseudonimo: questo merita).
Trama: 9; Personaggi: 9; Originalità: 8; Grammatica: 8;
Genere: MTS
Indizio: (vedi titolo) Sarà che Calvino mi è sempre stato simpatico.

Ormai siamo vicini alla vetta e m’importa poco se si capisce o no. Già con la recensione precedente, quello sulla vecchia, la caverna e il “eccetera”, mi sono ritrovato con una storia di qualità che va dall’ottimo all’eccellente per cui, quando (e se) verrà pubblicata, mi preoccuperò di lasciare una recensione a 5 stelle scritta come si deve. Alla faccia di quei quattro rimiratori di cantieri che ancora adesso stanno nel loro ameno gruppetto a cazzeggiare a proposito di “segretezza” e “rispetto della privacy letteraria”. Qui stiamo parlando di eccellenza e nasconderla significa dare maggior peso alla sciorda proposta dall’attuale (e desolante) panorama letterario. Se qualcuno ha pensato a certi libri scritti da gente che si vanta di non averne mai aperto uno… ha pensato bene.
E ora: sotto col giudizio!

Il Giudizio

Purtroppo mi si è cancellato il file con il testo inviato a “Io Scrittore” e non son riuscito a recuperarlo. Pazienza, ma quello che ho da dire al riguardo è squisitamente positivo. A cominciare dalla trama, vero punto di forza della storia, con appena un paio di sbavature nel plot che non mi hanno proprio permesso di mettere 10. Inezie, certo, ma il diavolo si nasconde nei dettagli. Tolti questi elementi di disturbo, simpatici come una coppia di mosconi in amore sulle statuette di zucchero di una torta nuziale, ho davanti una gran bella storia. Intricata, sì, ma con tutti gli indizi giusti al momento giusto e dosati con maestria. La storia si dipana tanto nel passato della narrazione che nel presente e intreccia nobili russi in fuga dalla rivoluzione con il calciatore di cui sopra. Ah, forse ho dato un’altro indizio… pazienza. Non mi metto certo a spoilerare il finale e di romanzi con gente che fugge dalla rivoluzione di Ottobre ce ne sono a dozzine. Le due trame principali sono intrecciate a maniera e portano il lettore fino in fondo al romanzo con il fiato sempre più corto. Mentre le varie trame di relazione sono tutte sviluppate fino in fondo e danno ai personaggi una grande profondità. Ben fatto.

Personaggi

Belli, come minimo, ma soprattutto veri. Imperfetti, a volte persino scorretti, nessuno è realmente buono a parte forse una dei protagonisti  cui spetta il compito di risolvere l’enigma che unisce il delitto di cui sopra ai nobili e a tanto, tanto altro. Ognuno di essi ha una sua psicologia ben delineata al punto che verrebbe voglia di scambiarci due chiacchiere e conoscere già la risposta che si otterrebbe. Insomma un lavoro molto ben fatto, nonostante la presenza di alcuni cliché e qualche comportamento un pelino esagerato.

Originalità

Qui si entra nel “già visto” e “già sentito”, alla fine della fiera si tratta del “solito” omicidio che punta mettere in silenzio una volta per tutte un personaggio. Però la storia è raccontata bene, con alcune trovate divertenti (specie là dove si verificano i plot twist, colpi di scena non prevedibili e che uniscono in modo magistrale eventi del passato e del presente).

Grammatica

Sono un bastardissimo grammarnazi, al di là del virgolettato usato al posto di caporali O trattino medio, alcuni errori di troppo mi hanno spinto a lasciare 8 anziché 9. Ripetizioni, omofonie e altri piccoli peccatucci veniali (per carità, non mi metto a stroncare un lavoro così per due minchiatine di grammatica che qualsiasi editor o persino un correttore di bozze saprebbe segnalare e gestire in scioltezza) non mi hanno permesso di mettere un voto più alto. Chiaro? Non ho cercato il pelo nell’uovo per abbassare il voto, ma ogni scusa possibile per alzarlo.

In conclusione: un lavoro di ottima qualità, frutto di un autore (o autrice) attento e di talento. Chiunque tu sia insisti e continua, spero di poter leggere ancora storie come questa. Qualcuno potrebbe pensare che coi voti sono stato di manica larga, può darsi, ma faccio presente che le mie maniche si sono allargate anche di fronte a lavori che avrebbero richiesto un paio di miracoli per diventare libri veri e propri. Ho letto di gente che ha messo voti come 1,1,1,1 e affermava di aver voluto incoraggiare il lettore. Spero che abbia scritto un giudizio più esaustivo de “il mio cane scrive meglio” perché altrimenti mi sa tanto di quei frustrati che si iscrivono al concorso solo per affossare i lavori degli altri al fine di far brillare il proprio.
Vedremo…

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