Test dello scrittore – Storytelling Lv1 29 Creato il Ottobre 11, 2020 Per tharamys Storytelling - Lv 1 Raccontare storie è un'attività antica.Così antica che già tra i sumeri, nel terzo millennio avanti Cristo, raccontavano storie in tre atti con una struttura di base praticamente identica a quella enunciata da Aristotele e poi formalizzata da Vogler. Il punto è proprio questo: raccontare una storia è il modo che l'umanità ha utilizzato, per decine di migliaia di anni, per tramandare la conoscenza.La narrazione stessa è un archetipo che se utilizzato (ed è facile) ci permette di fare arrivare le nostre storie al cuore di ogni persona. Sono solo tre, tutte le altre possono esserci, ma non sono indispensabili. 1 / 10 Quali sono le linee narrative principali, ovvero quegli ingredienti narrativi che non devono mai mancare in una buona storia? La trama principale La storia d'amore L'arco di trasformazione del personaggio principale La trama di relazione Il background dell'antagonista La storia del mondo narrativo La trama, senza di essa non hai la storia.L'arco di trasformazione del personaggio principale, se no il lettore non si immedesima bene.La trama di relazione, non necessariamente una storia d'amore. Potrebbe essere una storia di famiglia, di amicizia, di odio... ma ci devono essere relazioni chiare e in evoluzione tra i personaggi.Tutto il resto ci può stare, ma se mancano questi tre elementi la storia... manca di sugo. Studiaaaaa! Dai ti aiuto: J. Campbell è una voce ambigua. Le iniziali sono quasi le stesse, ma sono due personaggi distinti. 2 / 10 Perché il lavoro di J. Campbell è importante Campbell ha teorizzato e dimostrato che, nonostante le apparenze, tutti gli eroi delle storie sono sempre lo stesso personaggio. Campbell è stato un grande autore di fantascienza, oltre che direttore della rivista Astounding, con cui ha lanciato la carriera di Asimov Entrambe le risposte. Joseph Campbell è stato un antropologo che ha dimostrato, analizzando migliaia di testi dal 2600 a.C. a oggi, come tutti gli eroi siano in realtà lo stesso personaggio. Famoso è il suo libro: L'eroe dai mille volti. Di cui consiglio la lettura prima di affrontare il viaggio dell'eroe di Vogler.L'altro Campbell era John Wood Campbell e ha diretto, tra le altre cose, la famosa rivista Astounding dove il giovane Asimov portava i suoi racconti con la speranza di vederli pubblicati e guadagnare qualche dollaro. Chiedi a Wikipedia, che è meglio. 3 / 10 Chi è stato Julien Greimias? Un linguista e semiologo lituano che ha formalizzato in modo preciso e puntuale la narratologia, coniando numerosi termini tecnici con cui definire i vari elementi della narrazione fino a sviluppare una branca della Semiotica: la Semiotica Strutturale. Uno scrittore russo famoso per i suoi racconti, i saggi e un gioco di carte che porta il suo nome: Le carte di Greimias Un professore di linguistica inglese che ha sviluppato una teoria narratologica alternativa: la "Semiotica della Narrazione" Ho inserito Greimias in questo test perché è importante conoscere il suo lavoro. Anche se si è occupato di Semiotica, ha dedicato molto tempo allo studio della narratologia e l'ha smontata in componenti minuscoli di modo da poter condurre un'analisi dei testi particellare. Un po' come se nell'esaminare una costruzione fatta coi lego si scenda all'analisi delle forze che tengono uniti i mattoncini così poi da poterla estendere a tutti i sistemi di costruzioni esistenti. Studiarla equivale a procurarsi una delle più devastanti cefalee della propria esistenza, ma è utile sapere che esiste. Se non sai chi sia stato Propp è meglio che apri wikipedia e studi. 4 / 10 Il nome Vladimir Propp ti dice nulla? Uno studioso russo che ha formalizzato la “morfologia” della fiaba, primo testo di narratologia che propone un modello comune per tutte le storie. Uno scrittore russo, professore di linguistica e semiologia all’università di Mosca, famoso per la sua severità agli esami. Vladimir Propp è stato uno dei primi studiosi che ha tentato di ricondurre tutte le narrazioni a un modello comune. Di lui è rimasto un mazzo di carte: Le Carte di Propp, uno strumento molto usato per lo sviluppo di trame avvincenti. Gli archetip li ho copia-e-incollati da wikipedia. Poi ci ho aggiunto un po' di corbellerie. Dai, è facile. 5 / 10 Quali sono gli archetipi del viaggio Vogleriano? L'eroe l'Ombra Il mago Il detective L'Araldo L'imbroglione Il cavaliere Il mutaforma Il Mentore Il cattivo, quello sfregiato con la maschera e la voce grossa Il guardiano della soglia Vogler sfruttò alla grande il lavoro di Campbell e di Jung per definire sette archetipi base su cui sviluppare rapidamente dei personaggi credibili. La potenza di questo modello è che si tratta di figure legate a bisogni primari di ogni essere umano... e funzionano! Fai un salto su wikipedia se non sai cos'è il viaggio dell'eroe. 6 / 10 Il varco della soglia del mondo straordinario avviene tra la fase della “chiamata all’avventura” e “prove & alleati” oppure subito prima prima della “caverna”? chiamata all'avventura -> Superamento della riluttanza -> varco della soglia Prove, Alleati, Nemici -> varco della soglia -> Caverna varco della soglia -> Caverna ->confronto col guardiano fuga/inseguimento/duello -> varco della soglia -> Caverna Il varco della soglia è il confine tra il primo e il secondo atto. Quindi si colloca subito prima di "prove, alleati e nemici" e subito dopo il "superamento della riluttanza". 7 / 10 Il cliffanger è una tecnica narrativa per: costringere il lettore a voltare pagina, a leggere il capitolo successivo, oppure è una tecnica per lasciare trame aperte senza doverle sviluppare tutte? Voltare pagina/capitolo/libro successivo. Lasciare qualche linea narrativa aperta, senza doverla sviluppare appieno. Nessuna delle due, serve a far crescere nel lettore l'ansia e la paura di non riuscire a finire il libro. Un cliffhanger è la sospensione della narrazione di una linea narrativa a favore di un'altra, per spingere il lettore a voltare pagina e vedere che succede fino alla fine del libro. In teoria non si dovrebbe mai sfruttare per spingere il lettore a comprare il libro successivo, a meno che questo non sia bene esplicitato nel patto narrativo. Per esempio: tutti i lettori di Martyn Mystere erano ben consapevoli che ogni storia iniziava in albo a fumetti e finiva nel successivo. Negli albi di Dylan Dog e Nathan Never veniva sempre annunciato nella prefazione se la storia avrebbe occupato uno o più albi. Così alla comparsa della scritta "Continua nel prossimo albo" invece della parola fine non c'erano proteste e, soprattutto, cali nelle vendite.Certo, scatena sempre una certa dose di ansia, ma non può essere quello l'obiettivo... sadici che non siete altro! 8 / 10 Esame di coscienza, Inseguimento, Duello. Questo schema, nel viaggio dell’eroe si piazza tra “tutto è perduto” e “confronto risolutivo” oppure tra “prove &alleati” e “la caverna”? Tutto è perduto -> Esame/Inseguimento/Duello -> Confronto Risolutivo Prove, Alleati, Nemici -> Esame/Inseguimento/Duello -> Caverna Era facile eh? Una fase importante come questa precede sempre il Climax. L'approccio alla caverna è sempre un po' più giocoso, in un certo senso. Magari si può dare l'impressione che l'eroe stia già giocando il "tutto per tutto" come spesso accade in molti romanzi d'Azione. Per esempio in "Indiana Jones and the Fate of Atlantis", il vero quarto film di Indiana Jones che non è mai diventato una pellicola, ma uno dei più bei videogiochi della Lucas Arts. Ogni capitolo si chiude con una fase "esame/inseguimento/duello" e, addirittura, il finale è triplo. Però è una trama molto complessa e ogni capitolo, di fatto, è un viaggio. Se ti capita di farci una partita... su Gamefaq trovi la soluzione completa e puoi leggerlo come un libro. 9 / 10 Se volessi mettere un flashback per introdurre l’elemento che permetterà a uno dei personaggi di risolvere il proprio conflitto minore lo piazzerai prima o dopo la "Caverna"? Lo metto sempre prima dell'inizio del secondo atto. Basta che sia prima della caverna, nella fase "prove, alleati, nemici". Comunque non troppo avanti nella narrazione. Non c'è un momento preciso, l'importante è avere rispetto del lettore e permettergli di capire... insomma non lo metterei nel finale o comunque dopo lo scontro risolutivo. I Flashback sono comodissimi, ma bisogna saperli gestire. Piazzarne uno a ridosso del conflitto principale sa di "spiegazione a posteriori". Per me è meglio metterli prima che l'eroe faccia ingresso nella caverna. Se ho detto che questa è "la prova più difficile" anche se non risolutiva, vuol dire che è tra questa fase e il climax che l'eroe acquisisce la maturità necessaria per superare il confronto finale. Se gliela faccio acquisire nel passato e lo mostro al lettore con un flashback, faccio capire che l'eroe non ha mai dovuto affrontare alcun serio pericolo e introduco un fastidiosissimo spoiler su come andrà a finire la storia prima ancora di raccontarla. 10 / 10 Dove è meglio mettere il punto di massima tensione narrativa, lo scontro che risolve il conflitto tra l'eroe e l'ombra una volta per tutte: a metà libro o più avanti? Secondo tutti i testi di narratologia è meglio metterlo a tre quarti dall'inizio. Molti narratologi affermano che è meglio metterlo a 90 pagine dall'inizio. L'importante è che ci sia, poi se lo metti a metà a tre quarti o alla fine, va comunque bene. Nel modello Vogleriano è 3/4, dopo che l'eroe ha superato la prova centrale ed ha compreso che tutto sommato non ha vinto un bel niente e, anzi, probabilmente ha perso tutto. In altri modelli infatti abbiamo che alla prova più difficile arrivi una mazzata che è spesso chiamata "All is lost" cui segue una concitata fase di inseguimento e confronto finale e stavolta abbiamo il climax e la risoluzione definitiva del conflitto primario. Nota bene: tra la Caverna e L'inseguimento l'Eroe deve risolvere in via definitiva il suo conflitto minore, il suo "need" ovvero la ferita interiore deve diventare chiara anche ad esso e capire cosa fare per guarirla.Così si arriva a un climax che è realmente risolutivo. Se l'eroe arriva al climax senza aver curato questa ferita (il famigerato conflitto minore) e vince ugualmente risulterà meno credibile. La storia non avrà trasmesso tutto il suo messaggio, sarebbe meglio che si concludesse in tragedia con la morte (stavolta definitiva) dell'eroe o, per lo meno, col conflitto maggiore che non viene risolto e fa quel che deve fare. E, più o meno, è quel che accade al protagonista di Int To The Wild, giusto per fare un esempio. Ma pure a Romeo e Giulietta non è che vada meglio eh? Il tuo punteggio è Il punteggio medio è 51% LinkedIn Facebook Twitter VKontakte 0% Ricomincia quiz